Nel 2024 l’Italia ha assunto la presidenza del G7 e vi saranno molti incontri ministeriali in diverse località di tutta la penisola. Il più importante, il vertice fra i Capi di Stato e di Governo, sarà fra il 13 ed il 15 giugno a Borgo Egnazia in Puglia. La sessione del 14 e 15 marzo a Verona e Trento ha avuto come tema industria, tecnologia e digitale. Venerdì 15 marzo 2024 a Trento vi sono state chiusure stradali ed è stata istituita una “zona rossa” fra il Palazzo della Provincia e Palazzo Geremia, sede del Comune. Misure considerate da molti eccessive, ma i precedenti nelle riunioni dei G hanno suggerito di mettere molta attenzione agli aspetti di sicurezza, con un dispiegamento notevole di forze dell’ordine.
Vertice presieduto nella Sala Falconetto di Palazzo Geremia dal sottosegretario con delega all’innovazione Alessio Butti, con delegazioni da Canada, Stati Uniti, Francia, Germania, Gran Bretagna, Giappone, la vicepresidente della Commissione Europea Margrethe Vestager. I giornalisti attendono al vicino Palazzo Thun, attorno alla statua del Nettuno, che fa da sfondo alla foto di gruppo del vertice. C’è anche una troupe della giapponese Ntv, arrivata dagli uffici europei di Parigi. Alle 13.30 il gruppo delle delegazioni parte in direzione piazza Dante, Palazzo della Provincia. Mi aspettavo di vedere il vicecancelliere tedesco Robert Habeck, invece c’era il ministro alle infrastrutture Volker Wissing. Avrei voluto far due chiacchiere con Margrethe Vestager, la commissaria europea che non è stata leggera con Apple e Google. Un vertice internazionale, ma gli appuntamenti con la stampa sono stati esclusivamente nazionali, con il ministro Adolfo Urso ed il sottosegretario Butti.
Declaration G7 Verona and Trento
La lunga dichiarazione finale (pubblicata in inglese al link qui sopra) è stata riassunta da Butti e Urso in conferenza stampa. “Per la prima volta in un vertice internazionale – spiega Butti – si è parlato di digital governance”. Il Governo italiano si impegnerà sulla interoperabilità fra sistemi ed i dati diventeranno sempre più importanti nei rapporti diplomatici e per “misurare il tasso di democratizzazione del mondo”. A livello europeo ci sarà un’identità digitale unica entro il 2026, mentre il famoso wallet digitale che conterrà i nostri principali documenti, accessibile dalla app Io, non ha una data di uscita, ma a breve sarà disponibile.
In aprile il Governo italiano presenterà un disegno di legge dedicato all’intelligenza artificiale, mentre a livello europeo ci sarà un cloud comune che verificherà la veridicità dei dati. Urso rimarca invece come sia stato importante convocare un “G7 industria, che non si svolgeva da 7 anni”. Altri Paesi invitati al G7 italiano sono l’Ucraina, per la sua importanza nel mantenimento della catena del valore, soprattutto energetico. Quindi gli Emirati Arabi Uniti, per gli standard di connettività, infine la Corea del Sud per gli investimenti in ricerca e l’importanza delle aziende digitali.
I quattro temi principali che escono dalla due giorni fra Verona e Trento sono il guardare avanti all’intelligenza artificiale ed alle tecnologie quantistiche per il loro potenziale, il potenziamento delle reti di comunicazione globali, il mantenimento delle catene di valore economico per esempio nella filiera della produzione dei chip, il puntare al digitale per lo sviluppo per esempio dell’Africa.
Urso sottolinea come per le transizioni lavorative causate dall’effetto di queste nuove tecnologie vi saranno 13 miliardi di crediti fiscali per le aziende italiane in 2 anni per puntare alla formazione dei propri dipendenti. A Torino recentemente è nata una fondazione sull’intelligenza artificiale, allo scopo di portare avanti la ricerca applicata in settori strategici come automotive, aerospazio ed economia circolare. Per garantire continuità della rete i leader del G7 stanno inoltre pensando ad un canale di connettività nell’Artico.
Urso infine cita Draghi per il suo rapporto sulla competitività. “Servono fondi comuni europei, su modello del Pnrr – spiega – per reggere il confronto con Usa e Cina c’è bisogno di investimenti pubblici di almeno 500 miliardi di euro annui per 10 anni nell’Unione Europea”. Urso chiude con altri dati, che un po’ stupiscono considerando i rapporti fra Fiat e Stato italiano. “In Italia vengono prodotte 450mila auto ed immatricolate un milione 450mila. L’Italia è l’unico Paese ad avere un’unica casa automobilistica, per questo stiamo cercando un altro soggetto, asiatico o occidentale, che possa produrre nel nostro Paese”.