
"Radio Argo Suite" con Peppino Mazzotta a Palermo

L’attore e regista Peppino Mazzotta è interprete il 24 e il 25 giugno a Palermo nell’ambito della stagione estiva del teatro Biondo Stabile presso il suggestivo scenario a cielo aperto della GAM, la Galleria d’Arte Moderna, del monologo “Radio Argo Suite”, una riscrittura dell’ “Orestea” di Eschilo, a cura del poeta e drammaturgo Igor Esposito. In una metamorfosi straniante l’attore con abilità da voce ai personaggi chiave della tragedia greca: Ifigenia, Clitemnestra, Egisto, Agamennone, Cassandra, Oreste e, tra le righe, Elettra. Una pièce per voce e musica potente, ribelle, centrata sulla rilflessione sugli effetti devastanti della smania di potere che dal macrocosmo si riversa sul macrocosmo e viceversa. I personaggi si rivelano al pubblico come davanti a uno specchio deformante che rivela la loro intima natura, senza tradirne gli aspetti più opachi e contraddittori nella vita reale, che li conduce a decisioni inesorabili.
Seppur fedele ai materiali classici di riferimento, l’autore del testo ha aggiunto del suo agli elementi classici della narrazione pur rispettandoli e ha sapientemente composto una partitura non naturalistica che ha l’eco della scrittura classica: «Radio Argo Suite – spiega Esposito – è una compatta riscrittura dell’unica trilogia superstite della tragedia greca: l’Orestea. Le voci dei personaggi mettono in scena l’inconciliabile scontro tra la bestemmia malata del potere e il disperato canto di chi il potere rifugge, cercando, nel silenzio e nell’esilio, una redenzione o forse un punto di desiderio puro. Canto incarnato dall’anarchico gesto di Oreste che, dopo il terribile matricidio, rifiuta ogni consolazione “civile”, inverando, con la sua scelta, un verso dell’irriducibile poetessa russa Marina Cvetaeva: “Al tuo mondo dissennato una sola risposta il rifiuto”».
«Nelle figure degli eroi greci e troiani riecheggiano sinistramente quelle della nostra storia recente – afferma Peppino Mazzotta – tiranni in giacca e cravatta e colonnelli perennemente
in divisa, accecati da bizzarre ossessioni. Oppressi da tragiche manie che urlano proclami, recitano in comizi deliranti, vomitano infernali sentenze attraverso gli altoparlanti di una radio
o gli schermi dei televisori».

Con una prosa decisa e senza mezze misure, facendo il verso ai talk e ai salotti televisivi e i loro conduttori, Igor Esposito vuole farci dimenticare il linguaggio edulcorato, diluito e politicamente corretto della cronaca contemporanea, tornando a un parlare franco e appassionato, senza censure né compromessi. In tal modo, attraverso un processo di smascheramento continuo e inesorabile, ci fa percepire il pericolo che ogni giorno inconsapevolmente attraversiamo” . E nella nostra intervista Peppino Mazzotta ci racconta l’importanza di questa operazione, riflette ai nostri microfoni sulle sfide del teatro oggi, come genere in dialogo col pubblico, per provocare, tra passato e presente, una riflessione profonda e quasi profetica sul nostro tempo. E, chiaramente, punta l’accento sulla sensibilità poetica e profetica degli artisti che oggi, come fecero Omero, Eschilo e i grandi tragediografi, smascherano il potere e le dinamiche ad esso correlate, spesso ammantate di sacralità: la guerra giusta, giustificata dai potenti, allora come oggi, chiamando in causa una presunta volontà divina, in realtà, calpestando la vita umana per vili ragioni, diventa allegorica bestemmia contro il divino.