
Napoli, “Funerale all’italiana” al Teatro Bellini

di Mario Conforto
Dal 20 al 25 maggio 2025, il Teatro Bellini di Napoli ospita Funerale all’italiana, scritto da Benedetta Parisi e Alice Sinigaglia, con regia di quest’ultima e Parisi unica interprete in scena. Prodotto da SCARTI – Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione e da TPE Teatro Piemonte Europa – Festival delle Colline Torinesi, lo spettacolo è un monologo che non vuole esserlo, una cerimonia funebre che non si compie, un gioco teatrale sul senso collettivo del lutto e della memoria.
La regia chiede fin da subito al pubblico di partecipare attivamente, quasi come a un esperimento sociale: vestirsi di nero, indossare un’espressione addolorata, portare un fiore e prendere parte a un funerale di cui non si conosce il defunto. Non c’è un prete, non c’è una bara, non c’è nemmeno il conforto del rituale tradizionale: c’è invece un’attrice che sale sul pulpito – stranamente svettante in mezzo al palco – e, con voce spezzata ma determinata, inizia a ricostruire pezzi di vita, ricordi, genealogie e assenze.
Tra volti di santi che affiorano alla luce tremolante delle candele e una scenografia che richiama una chiesa addobbata per l’ultima cerimonia, si consuma un rito profano in cui sacri sono solo gli affetti. Le ostie sono giocattoli, le preghiere diventano barzellette, i salmi si trasformano in aneddoti familiari. Il pubblico, inizialmente spettatore silenzioso, viene coinvolto sempre di più in un racconto che sfugge alla linearità per abbracciare il tempo circolare della memoria.
Benedetta Parisi regge da sola il peso della scena con sensibilità, ironia e una grande capacità di modulare il tono tra leggerezza e malinconia. La sua voce – accompagnata da quella off di Michele Coiro – attraversa epoche e generazioni, dando corpo ai nonni, ai genitori, alle discendenze future, in un viaggio che è al tempo stesso personale e universale.
Il testo è brillante, colto ma accessibile, capace di passare da Eduardo De Filippo all’antropologia, dalle messe familiari ai party grotteschi, in un continuo scivolare tra sacro e profano. La colonna sonora – gestita in scena con gesti da DJ improvvisata – sottolinea il carattere ibrido della performance: né davvero teatrale, né davvero liturgica, ma qualcosa di nuovo, che interroga il senso stesso del teatro come rito condiviso.
La direzione luci di Daniele Passeri, il suono di Fabio Clemente e i costumi – realizzati grazie alla collaborazione con Sandra Cardini – contribuiscono a creare un’atmosfera sospesa, tra verità e finzione, tra il ricordo e il presente.
Funerale all’italiana è uno spettacolo che commuove senza volerlo, che fa ridere nel momento in cui la voce si incrina, che invita a riflettere sul senso del commiato e sul bisogno, oggi più che mai, di ritrovare un linguaggio comune per parlare della morte. E forse anche della vita.
Un piccolo gioiello di teatro contemporaneo che merita di essere celebrato, vissuto, condiviso. Proprio come un funerale. Ma all’italiana.