
Più di ieri al cinema
La morte improvvisa del padre costringe Christian, apatico diciannovenne, a trasferirsi da una provincia monotona alla multietnica periferia milanese, dove vive la madre Giulia. Su insistenza di questa, Christian trova lavoro in un bar di quartiere dove conosce Lucas, un ragazzo sudamericano, suo coetaneo e vicino di casa. Proprio il collega e il suo eccentrico nonno Juan, noto come “il malo del quartiere”, risvegliano l’immaginazione di Christian, spronandolo a completare il suo romanzo. Ben presto l’intesa fra i due ragazzi si evolve in un sentimento più profondo che scuote l’animo di entrambi, aiutandoli a vedere la vita in una nuova luce. Dal 29 maggio al cinema c’è PIU’ DI IERI, opera prima del regista ecuadoriano Jean Carlos Gonzalez Flores e primo interessante progetto della NoMade Film S.r.l., nata a Roma nel 2023 dalle sorelle Drikes. Un indie italiano ambientato a Milano e con protagonisti under 30 come Luca Di Sessa (Mike, Prima di Noi) e Marcos Piacentini – noi abbiamo sentito proprio lui – (Cleopatras, Imma Tataranni, Brennero), già presentato fuori concorso l’8 maggio scorso al Riviera Film Festival (Sestri Levante).
Marcos, cosa ti ha portato ad accettare questo film? Quando ho avuto la possibilità di fare il provino, ho studiato la sceneggiatura e, sin da subito, sono rimasto colpito dalle tematiche trattate. Inoltre il mio personaggio mi è piuttosto affine ma non più di tanto.
Ci spieghi il titolo? Il tempo passa e le cose scorrono. Affrontando le nostre paure, possiamo costruire il futuro. Non dobbiamo aver paura del nuovo per arrivare al domani.
Tu vesti i panni di Lucas, come lo descriveresti? E’ un giovane con un passato non facile; è energico, vivo e determinato. La sua forza è che, nonostante le avversità, si è sempre mantenuto aperto, generoso e solare.
Cosa lega il tuo personaggio a Christian? Sono molto diversi ma ciò che li unisce è la sensibilità e un’intelligenza emotiva non da poco. Guardandosi, toccandosi e scambiandosi opinioni, capiscono il bisogno di incontrarsi per star meglio con loro stessi.
Cosa può essere “più di ieri”? La speranza che il domani arrivi senza fare passi indietro, raggiungendo i propri obiettivi.
Sei di origine brasiliana ma cosa c’è in comune con l’Italia? Sono nazioni lontanissime ma in comune c’è sempre la vita con le sue regole. Ho lasciato il Brasile a 6 anni e mi considero italiano.
Perché fare proprio l’attore? Andare nei panni degli altri era una necessità; la recitazione mi ha salato molte volte, un bisogno impellente.
Nuovi progetti? Una tournée teatrale.