Fabiana Udenio

Luke Brunner ha finalmente smesso di nascondere la sua vera identità di agente segreto alla sua famiglia. La sincerità tuttavia ha un prezzo e i Brunner si ritrovano presto coinvolti in un agguato che li costringe alla fuga. A complicare ulteriormente la situazione arriva Greta Nelso, una vecchia fiamma del protagonista nonché ex spia della Germania Est. Il suo ritorno mette a dura prova l’equilibrio di Luke, specialmente nei confronti dei suoi familiari. FUBAR 2 è su Netflix da giovedì 12 giugno con protagonista Arnold Schwarzenegger. Tra i protagonisti troviamo anche Fabiana Udenio nel ruolo di Tally. La sua carriera americana è iniziata a vent’anni nel 1986 quando è scelta scelta per essere protagonista accanto a Gregory Peck in The Scarlet and the Black, da quel momento non si è mai fermata. Ne abbiamo parlato con lei.
Fabiana, sei nel cast della nuova serie action-comedy di spionaggio per Netflix “Fubar 2”. Cosa ti ha spinto a dire sì? Appena ho letto che si trattava del debutto televisivo di Arnold Schwarzenegger, ho subito pensato che fosse un progetto che meritava! Poi, leggendo le scene del provino (il copione era top secret), ho sentito immediatamente un’affinità con il personaggio.. una donna completa. Non solo ho detto di sì, ma mi è sembrata un’occasione imperdibile. Fortunatamente, il creatore dello show, Nick Santora, ha approvato il mio provino all’istante e, dopo un meeting su Zoom, sono stata scritturata. Nick mi disse: “Ovviamente ho guardato tutto il tuo provino, ma dopo 30 secondi ho chiamato mia moglie in salotto e le ho detto: ‘Penso di aver trovato la mia Tally’”.
Ci racconti della tua Tally? Tally, come ho detto, è una donna completa che per lungo tempo ha dato priorità alla famiglia. Con un padre spesso assente, è stata lei la colonna portante della casa… e su questo punto mi sono molto identificata. Divorzia dal marito, che la ama ancora, perché è stanca di sentirsi sola. Tally è passionale, romantica, intelligente e anche un po’ imprevedibile quando le situazioni diventano estreme. Nella prima stagione decide di sposarsi impulsivamente dopo l’ennesima delusione da parte di Luke. In FUBAR 2, le circostanze la portano a rivelare lati nuovi e inaspettati… e si capisce davvero perché è la compagna perfetta per Luke.
Com’è condividere il set con Arnold Schwarzenegger? Lavorare con Arnold è stata un’esperienza meravigliosa sotto molti aspetti. Oltre a essere sempre preparato e presente come attore, è anche un grande improvvisatore, cosa che mi ha sorpreso molto nella prima stagione. E poi devo dire che non mi ero mai divertita così tanto su un set! Sa unire lavoro e divertimento come nessun altro, ed è una presenza carismatica e stimolante per tutto il team. Le sue storie, che spaziano dalla politica allo spettacolo al culturismo, non stancano mai. Durante la prima stagione, girata nel 2022 con tutte le restrizioni dovute al Covid, abbiamo avuto poche occasioni per socializzare. Ma nella seconda stagione Arnold ha organizzato cene, feste e gite in barca, e ci siamo davvero sentiti come una grande famiglia. Mi sento anche onorata di aver partecipato, in più occasioni, a cene feste ed eventi nella sua residenza di Los Angeles, incluse serate di beneficenza per l’associazione After-School All-Stars, fondata da lui nel 1992 prima di diventare Governatore della California. Questa organizzazione no-profit fornisce doposcuola gratuiti a migliaia di studenti bisognosi in tutti gli Stati Uniti. Arnold è un leader, un vero leader, capace di ispirare e unificare anche persone con punti di vista molto diversi.
Sei nata a Buenos Aires, in Argentina. Quali sono i tuoi ricordi e cosa custodisci di quella terra? Ero molto piccola quando ho lasciato l’Argentina, avevo meno di sei

anni. Però ricordo bene la vita notturna vivace: i miei genitori uscivano a cena alle undici di sera o andavano al cinema alle due dinotte. Forse è per questo che anch’io sono un po’ nottambula quando posso, a mezzanotte mi sveglio sempre un po’. La combinazione di uno spirito latino e di un background spesso europeo rende gli argentini un popolo irresistibile. Li contraddistingue una grande voglia di vivere e una positività contagiosa. Credo sia proprio questo il tesoro che porto con me.
Essere attrice per te cosa significa? Recitare è sempre stata la mia passione. È un dono poterlo fare da decenni: passare dal teatro con Giorgio Strehler, a una commedia/parodia cult come Austin Powers con Mike Myers, fino a una serie Netflix accanto ad Arnold Schwarzenegger è un vero privilegio. Per me, recitare è la più grande evasione dalla realtà. È un’avventura continua in cui ti metti nei panni di altri. Mi ha salvata nei momenti difficili e mi ha sempre motivata a rimanere una persona curiosa e attiva. La soddisfazione più grande è sempre il riscontro del pubblico, a cui vuoi trasmettere emozioni e raccontare storie.
Perchè diventarlo? Per me è stata una passione vera, quasi una vocazione, fin da quando avevo undici anni. Un grande sogno. Credo di essere diventata attrice per le ragioni giuste: la fama non è mai stata il mio obiettivo principale. Ho sempre gioito del semplice processo della recitazione, anche in progetti più piccoli, solo per il piacere di farlo. Solo se si è mossi da motivazioni sincere si riesce a durare a lungo in questo mestiere, senza lasciarsi abbattere dagli alti e bassi.

I pro e i contro di lavorare in Italia? In Italia c’è sempre stato tanto talento. Ma quando sono partita, alla fine degli anni ’80 e nei ’90, mi sono spesso scontrata con una grande mancanza di meritocrazia. Mi sentivo più apprezzata come attrice negli Stati Uniti, dove il provino è sempre stato essenziale per ottenere un ruolo, indipendentemente dai contatti. In Italia, al contrario, mi sembrava che contasse troppo chi conoscevi. Oggi però vedo che le cose sono molto cambiate: la qualità degli attori è notevole. Ricordo che negli anni ’90 si sceglievano modelle che poi venivano doppiate in italiano e quella cosa mi faceva impazzire. Ora, se non sai recitare, non vai da nessuna parte. Personalmente, mi piacerebbe molto tornare a recitare nella mia lingua perché potrebbe farmi riscoprire nuove sfumature espressive.
Gli Stati Uniti sono la tua terza patria? Forse la seconda. L’Argentina è ormai un ricordo lontano, anche se una parte della mia famiglia vive ancora lì. Sono grata agli Stati Uniti per avermi dato una carriera così lunga e gratificante. Ho sempre amato lo stile di vita californiano: c’è un certo senso di libertà difficile da spiegare. Resto comunque profondamente italiana ed europea in molti aspetti. In fondo sono un po’ zingara: mi adatto facilmente, se ho accanto le persone che amo e un lavoro che mi appassiona.
Nuovi progetti? Sto valutando proposte sia in Italia che negli Stati Uniti. Devo dire che il ruolo di Tally in FUBAR mi ha un po’ viziata, così come le persone splendide che mi hanno accompagnata in queste due stagioni.
