
Dal 5 gennaio al 2 febbraio 2025 torna il festival “Mozart a Verona“, giunto alla sesta edizione, che vede coinvolti ventotto enti partner in un festival articolato su quarantatré appuntamenti ospitati in diciannove luoghi di Verona. Nata grazie ai promotori Comune di Verona, Fondazione Cariverona, Accademia Filarmonica di Verona e Fondazione Arena di Verona, la rassegna si conferma sempre più un appuntamento fisso, atteso e caratterizzante l’avvio dell’anno artistico e culturale veronese rivolto a famiglie, giovani e adulti. Nato quale rassegna musicale, nel corso del tempo il festival ha allargato il proprio orizzonte accogliendo nel calendario spettacoli di teatro di prosa e musicale, eventi per bambini e ragazzi, lezioni-concerto, mostre, conferenze, convegni e presentazioni di libri. Mercoledì 29 gennaio alle 20.30 alla sala dell’Accademia Filarmonica di Verona BETTEDAVIS DUO presenteranno “Sonnets. Un viaggio nella poesia di Shakespeare. Ricordi che cantano la giovinezza”. Ne abbiamo parlato con Elisabetta Mazzullo (Ph. Luca Carlino, Elisabetta Mazzullo & Davide Lorino, Federico Pitto), interprete raffinata e molto intensa che il pubblico teatrale e non solo sta conoscendo sempre di più.
Cosa dobbiamo aspettarci dell’amato drammaturgo? Chi è per te William Shakespeare?
E’ uno spettacolo di narrazione e musica sulla genesi misteriosa della creazione dei sonetti d’amore dedicati a un giovane e a una donna misteriosa. Abbracciamo una versione dei fatti, una possibilità. Si tratta di sonetti mandati a un giovane duca che ha deciso di mandarli ad un editore, commissionati dalla madre del nobile. Raccontiamo in che modo sono nati con l’aggiunta di alcuni aneddoti privati della nostra vita: dall’amicizia al primo amore, da uno zio che dipingeva quadri alla passione. Shakespeare è un miracolo, un simbolo, un punto di riferimento, una grande anima che ci permette di incontrare noi stessi. In questo spettacolo è come sedersi accanto al maestro.
Dal titolo si evince che si parla di giovinezza. Come la raccontava il drammaturgo?
La giovinezza è breve, dura poco e non è immortale; è come una rosa che va goduta finché è fresca perché poi perde tutto. Non si deve perdere tempo. Ecco perché è importante creare qualcosa che resti nel tempo, che non sfumi nel correre del tempo.
Sarai in scena con Davide Lorino. In che modo la musica può unirsi alla poesia?
Sono sonetti intrisi di forza ritmica, di musica, con un’anima interna molto forte. Il loro essere recitati è quasi doveroso. Siamo in scena con il pianista Alberto Piva in un festival dedicato a Mozart.
BETTEDAVIS DUO si sta facendo sempre più conoscere ma com’è nato? Per quali motivi chiamarvi proprio così?
E’ nato nel 2017, leggendo dei sonetti di Shakespeare con il desiderio di portarli in scena costruendo spettacoli con anche testi scritti da noi, esattamente come le musiche. Siamo un teatro molto artigianale fatto di pochi strumenti. Bette Davis è la nostra attrice preferita ed il nome del due è la crasi dei nostri nomi.
Con il vostro teatro e la vostra musica cosa sperate di far arrivare?
La densità e la leggerezza di quello che di fatto è la vita, il riuscire a unire l’alto e il basso, il riuscire a far piangere ridendo e viceversa.
In questo periodo sei anche in tournée con L’AVARO con Ugo Dighero, una produzione teatro stabile di Genova. Quanto di noi contemporanei c’è in questa pièce?
Moltissimo. La commedia si unisce alla tragedia. Il mondo di oggi è fortemente abitato dall’avarizia, è figlia del nostro tempo. I soldi sono il simbolo dell’aridità che ci circonda, di quello che siamo diventati, simbolo delle realizzazioni personali.
Tu sei Elisa. Come la descriveresti?
E’ una donna schiacciata dal padre, innamorata di un ragazzo sbagliato che la fa entrare in un’altra gabbia. Non riesce a sviluppare la sua femminilità, è sola. E’ la preferita del padre. E’ attenta all’aspetto esteriore ed è preoccupata del giudizio altrui, molto attenta ai soldi.
Perché Molière viene, dai più, definito, attuale?
Sa dipingere i tratti comici e drammatici dell’uomo, il denso e il leggero insieme. Non troviamo solo un genere, bensì diversi che raccontano l’orrore e la simpatia dell’essere umano. Lo spettatore si sente vicino a lui. E’ un’umanità vista con la lente d’ingrandimento.
Nuovi progetti?
Sarò in scena con L’UOMO DEI SOGNI, progetto teatrale inedito prodotto dal teatro di Roma e stabile del Veneto, e LE PRÉNOM cena tra amici, prodotto da Nidodiragno