
Verona, rassegna “Libri e rose” IV edizione. Mozart intercettato
Leggere le lettere di Mozart come fossero intercettazioni di secoli fa per carpire e capire lo spirito del tempo, le aspettative, le frustrazioni, gli stratagemmi di sopravvivenza del genio salisburghese, come spiega Francesco Bissoli, docente ed esperto di musica e non solo. Tanto più che i musicisti si dimostrano tendenzialmente più sinceri dei letterati nella loro corrispondenza. Si pensi alla famiglia Mozart, di cui la casa editrice Il Saggiatore ha deciso di pubblicare l’edizione completa delle lettere. Nella serata di ieri, nell’ambito della rassegna “Libri e rose” giunta alla IV edizione, è stato presentato l’ultimo volume pubblicato, il terzo, che copre gli anni Settanta, compreso il viaggio di Mozart a Mannheim e Parigi (1773-1778). Previsti altri due tomi. Attraverso la voce di Bissoli il pubblico scopre un uomo completamente calato nello spirito del suo tempo, come la sua musica, impegnato come uomo di cultura. Nell’Auditorium Nuovo Montemezzi, come evocato, prende voce e corpo attraverso la lettura di alcuni estratti un ancora giovanissimo Wolfgang che tornato dal terzo viaggio in Italia nel 1973, ottiene l’agognato posto… fisso come violinista stipendiato assunto dall’arcivescovo Colloredo, poi rompe i ponti con la corte, a cui rimprovera non solo di essere sottopagato ma anche la maleducazione durante l’esecuzione dei concerti, e con la madre si mette in cerca di altri ingaggi. L’opera si concentra sugli anni della maturità musicale raggiunta in età precoce,
ancora diciassettenne. Bissoli si focalizza su aspetti del genio non sempre conosciuti ed emozionanti: la riverenza con cui scrive a padre Martini (illustre contrappuntista e teorico, intellettuale a quel tempo molto conosciuto) per chiedergli un parere “senza riserve” su un lavoro polifonico, commissionatogli dal principe elettore di Monaco, le tensioni con l’arcivescovo, le lamentele per non essere ascoltato a corte, tanto che riferendosi al lavoro a Salisburgo confessa di non essere stato “mai felice (…)” scrive “è come se il pubblico fosse composto da tavoli e da sedie”, l’incontro ad Augusta con Stein, inventore di una soluzione tecnologica per i pianoforti molto apprezzata da Wolfgang perché smorzava “il suono (che) si estingue nello stesso istante in cui lo faccio risuonare“.
Intervenuto anche il presidente della casa editrice Il Saggiatore, Luca Formenton, che ha condiviso con il pubblico il suo amore per la musica nato proprio a Verona, dai tentativi da studente di imparare a suonare il pianoforte ad orecchio, al sogno di diventare direttore d’orchestra, agli anni ’70 con la scoperta del jazz, ad oggi co-fondatore e presidente della FiL di Milano, un’orchestra innovativa: le sue prime parti provengono dalle più importanti istituzioni musicali italiane e internazionali (quali l’Orchestra del Teatro alla Scala, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra Sinfonica Nazionale Rai, Berliner Philharmoniker, Wiener Phihlarmoniker) a cui si affiancano strumentisti giovani ma già formati, selezionati attentamente tra le eccellenze musicali del futuro. Quella per la musica è quasi un’ossessione che come frutto eccellente ha dato vita al legame della casa editrice fondata da Arnoldo Mondadori con gli artisti. Con una filosofia ben precisa e ineludibile: le pubblicazioni devono essere scritte da musicisti e portare il lettore ad ascoltare musica.
A conclusione della serata l’esecuzione di pezzi mozartiani: Fantasia in do minore KV475 con Chiara Filipponi al pianoforte, Non più di fiori con Roberta Porcu (soprano) accompagnata da Wakana Marlene Tanaka al pianoforte e Parto, ma tu ben mio interpretata da Marta Pluda (mezzosoprano) anche lei accompagnata da Tanaka.