
Settima edizione Biennale del tessile a Verona
Si avvia a conclusione la settima edizione della Biennale dedicata al tessile a Verona. Coinvolta l’intera città scaligera che ha messo a disposizione i suoi luoghi storici grazie all’intervento della Provincia e del Comune per accogliere oltre 250 opere tessili ed eventi: Palazzo Barbieri, il Museo degli Affreschi, la Fonderia Aperta, il Museo di Storia naturale, Sala Birolli, la Biblioteca civica, oltre naturalmente al Palazzo della stessa Provincia. Ormai apprezzata come forma espressiva a tutti gli effetti, l’arte tessile è presente in prestigiosi musei sparsi per il mondo e dal 14 maggio molti capolavori sono stati ospitati a Verona, grazie all’associazione Ad Majora, organizzatrice dell’evento.
Collegato alla Biennale anche il concorso internazionale Futurabil-IA: i partecipanti hanno inviato un manufatto per rappresentare attraverso creatività e manualità la propria visione del futuro tra realtà, utopia e naturalmente impatto delle tecnologie a cominciare dalle intelligenze artificiali. Anche le opere tessili del concorso sono visitabili durante la manifestazione. Come vera espressione artistica la Biennale del Tessile è momento di riflessione su temi di attualità come l’incontro di diverse culture, obiettivo particolarmente caro ai membri della SAQA (Studio Art Quilt Associates), organizzazione internazionale no profit, che ha portato a Verona quilt di fiber artist europei e mediorientali, con un particolare accento sul valore delle lingue, storie e memorie differenti da salvaguardare e diffondere nel mondo anche attraverso gli arazzi. Momento di incontro con la cultura sudamericana la retrospettiva di Inge Dusi, artista apolide che ha vissuto in Cile, Costa Rica e Italia, dove si è trasferita nel 1984, concentrandosi sulla moda e presentando annualmente le sue collezioni su tela a Milano. L’ambiente entra prepotentemente nell’esposizione con l’arazzo Aria, dall’alba al tramonto realizzato e progettato dalla studio DAMSS Art. In 30 metri quadrati di superficie, Daniela Arnoldi e Marco Sarzi-Sartori indagano la complessità delle tematiche ambientali. L’opera fa parte di un progetto più ampio, costituito da quattro pannelli, ognuno dedicato ad uno degli elementi fondamentali. L’arazzo visitabile nel Palazzo della Provincia è una sorta di rappresentazione del respiro cosmico, intrisa di positività. Utilizzati per la realizzazione materiali riciclati. Nella trasformazione di materiali di scarto in arte si sono cimentati anche gli studenti e le studentesse del Liceo Artistico di Verona, indirizzo Design della Moda. Sotto l’attenta supervisione della prof.ssa Antonia Biasco hanno studiato in fase sperimentale il felting, nuova tecnica per la decorazione delle shopping bang. Creatività e sensibilità consapevole verso l’ambiente per un approccio alla moda sempre più attento alla sostenibilità. All’innovazione fa da specchio la tradizione comunque in chiave contemporanea, con la creazione del kimono emozionale sempre ad opera di studenti. Giochi, installazioni, challenges, commistioni di generi e arti animano i diversi luoghi scelti per dare visibilità al mondo degli arazzi e del patchwork. Curiosità ha suscitato anche la proposta di rendere omaggio al poeta Giuseppe Ungaretti attraverso il quilt Anche il cielo stellato finirà. 18 artiste di varie regioni d’Italia hanno realizzato a partire dal 2021 ventitré pannelli, trasformando le emozioni del periodo caratterizzato da isolamento e sofferenza in momento di scambio e di riflessione, ispirandosi alla raccolta L’Allegria, ma anche ad altre, come Derniere Jours e Sentimento del Tempo. Per maggiori informazioni il programma dettagliato è consultabile all’indirizzo https://www.veronatessile.it/futurabil-ia/