
Festival Africae a Verona dal 13 al 15 giugno
Conoscersi per incontrarsi e incontrarsi per non scontrarsi. In tre giornate, dal 13 al 15 giugno, con il festival “Africae” organizzato a Verona da Nigrizia, Museo africano e Fondazione Nigrizia. Cultura, incontri, dibattiti e musica diventano per il secondo anno strumenti per provare a riconoscere stereotipi e pregiudizi e superarli, nella consapevolezza che i mondi africani (come il titolo africae sembrerebbe suggerire) e l’Italia sono destinati ad interagire sempre di più. Come spiegano gli organizzatori africae si presta ad una possibile doppia lettura: in latino il termine potrebbe indicare “dall’Africa” e quindi dall’altra parte del Mediterraneo; oppure secondo la pronuncia italiana abbiamo il riferimento a mondi, paesi, tradizioni diverse di quello che comunemente è considerato in un unico blocco Africa. La manifestazione acquista valore maggiore in una contemporaneità caratterizzata da polarità e posizioni oltranziste che non vengono superate nemmeno nella logica del mondo interconnesso sotto tutti i punti di vista, tranne quello forse dei diritti che sembrano non godere ancora della libera circolazione e diffusione. Il programma, anche quest’anno ricchissimo, rende difficile scegliere o selezionare gli appuntamenti.

Gli incontri musicali propongono artisti che già attraverso scelte di vita sono testimonianza di incontri arricchenti come Andrea Casale, originario di Taranto, residente a Verona, musicista capace di assorbire e innovare influenze di paesi come la Siria e il Burundi. Art rock, afro-jazz, samba, blues, afro-groove, jazz, soul, R&B, rap, urban pop, afrobeats, dance-rock, soul, mandingue, neo-soul: ad ognuno il suo genere o la possibilità di scoprire ritmi e melodie nuove, frutto di relazioni chiamate contaminazioni. E proprio la parola contaminazione, usata in ambito artistico, dimostra le potenzialità dell’incontro e del contagio tra culture e popolazioni. Un viaggio in mondi ed emozioni diversi: dalla spiritualità alla gioia all’impegno, alla nostalgia, alla contemporaneità, con artisti come Nilza Costa di Salvador (Bahia), capace di passare dai ritmi yoruba dell’Africa occidentale al candonblé e cantigas de roda del suo Brasile, Jo Choneca, che con il suo quintetto ci fa assaporare la gioia della marrabenta, mix di musica e danza, nata dalla contaminazione tra ritmi tradizionali mozambicani caratterizzati dall’uso di tamburi e musica popolare portoghese, con influenze europee grazie alla radio, che Choneca arricchisce ulteriormente con apporti dal funky al jazz, Rico Yeboah, rapper emergente veronese, Joejoe, artista emergente della scena urban italiana, nato a Merate da genitori congolesi, Mazaratee, cantante e compositore italo-caraibico, Zam M. Dembélé, musicista maliano, in Italia dal 2011, appartenente alla casta dei griot, una figura centrale per la musica e la memoria storica nell’Africa occidentale, Giōsas, cantante italo-nigeriana, Moussa Fedior e Leonardo Marini, Marco Zanotti e Jabel Kanuteh, duo nato dall’incontro tra il griot gambiano e suonatore di kora Kanuteh e il percussionista italiano Zanotti. Attesissima la performance della sorprendente violoncellista, pianista e cantautrice inglese Ayanna Witter-Johnson, in grado con il suo talento di mixare atmosfere create da reminiscenze giamaicane e sound europeo.

Nei dibattiti verranno affrontate problematiche spesso rimosse come la guerra che dal 15 aprile 2023 vede impegnate due fazioni che si contengono il Sudan, al costo della deflagrazione del paese; il business delle armi che coinvolge direttamente anche l’Italia con i recenti progetti di riarmo per far crescere un po’ il settore dell’economia militare, senza alcuna remore etica o interrogativo su chi saranno gli acquirenti; le conseguenze delle scelte trumpiane di smantellamento di USAID (principale agenzia di aiuti allo sviluppo al mondo) sulla cooperazione internazionale, il debito pubblico; il terrorismo nelle vesti del jihadismo saheliano e il traffico di esseri umani; la gestione dei migranti con l’annosa questione dei centri di rimpatrio.

Il festival comincia venerdì 13 giugno alle 17 con l’inaugurazione della mostra Khartoon – il Sudan irriverente, di Khalid Albaih, illustratore e artista sudanese, capace di utilizzare la satira per descrivere e ridicolizzare le azioni del detentori del potere, responsabili dell’attuale catastrofe umanitaria derivante da una guerra che dura ormai già da due anni. Oltre ai suoi lavori, sono in mostra anche le illustrazioni di colleghi sudanesi, membri del collettivo Khartoon Magazine da lui fondato.
Il festival gode del patrocinio e contributo del Comune di Verona e il sostegno di sponsor quali: Banca Etica, Banor SIM, Fondazione Banca Popolare di Verona, Azimut, Flavio Destro – Private Banker.