

La Fondazione Zeffirelli a Firenze ha ospitato, il 9 Aprile scorso, la presentazione del libro intitolato “Ennio Morricone. Il genio, l’uomo, il padre” scritto dal primogenito Marco Morricone, e dall’amico e giornalista del Corriere della Sera Valerio Cappelli, e con la prefazione dello scrittore e giornalista Aldo Cazzullo.
Nell”incontro moderato da Gregorio Moppi, critico musicale di La Repubblica, è stato possibile ascoltare sia alcuni degli aneddoti degli autori, che la performance di Andrea Morricone, il quartogenito e direttore d’Orchestra, che ha suonato due brani del padre al pianoforte. L’opera, pubblicata da Sperling & Kupfer, narra in 44 capitoli la vita del maestro Ennio Morricone, uno dei più grandi musicisti della nostra epoca, mettendo in risalto la persona come uomo, padre e marito, più che il personaggio pubblico famoso nel mondo.

La lettura è agile, molto gradevole, e ci fa osservare il grande compositore negli anni giovanili, vivendo gli anni della guerra e del dopoguerra, i primi successi e gli Oscar. I suoi rapporti con grandi personaggi, Gillo Pontecorvo, Bernardo Bertolucci, Sergio Leone, Giuseppe Tornatore, Clint Eastwood, ma anche i rapporti familiari, visti con gli occhi di un bambino, suo figlio Marco, il primogenito, che lo vede austero e inarrivabile,èè misterioso e geniale, ma anche affettuoso e protettivo.
Alcuni capitoli sono dedicati anche alle piccole cose intime, i riti quotidiani, come i cibi preferiti, la squadra del cuore, hobby e passioni, la pittura e gli scacchi, che il maestro considera “parenti” stretti della matematica, come essa lo è della musica.

La sua musica, che egli saprà trasformare da quello che era sempre stato un semplice accessorio a un autentico protagonista centrale del cinema contemporaneo. Una casa, la sua, dove non si ascolta musica, neppure di qualità, che proviene dal mondo esterno, per questa non c’è spazio, è severamente vietata: nessun suono può profanare la “tana del dio”.
Il profilo del compositore è finemente tratteggiato da suo figlio Marco: un uomo intelligente, esigente e austero, ma anche un padre capace di immensa dolcezza, di una sagace ironia e senso di uno humour molto “romano” anche se piuttosto atipico. Il suo motto: “Nessuno ti regala nulla”.

Nel libro vi sono molti aneddoti sorprendenti ed è ricco di molti spunti inediti e personali, come il rapporto del maestro con la religiosità, più improntata sulla spiritualità: “La musica è l’unica vera arte che ci avvicina al Padreterno” amava affermare. Durante l’evento alla Fondazione Zeffirelli, il figlio minore, Andrea Morricone, Direttore d’Orchestra, ha suonato al pianoforte due brani composti dal padre. Una composizione, secondo il maestro, non deriva da un’ispirazione ma da un’intuizione che sgorga all’improvviso: e così ogni stanza di casa sua è piena di fogli pronti a segnare appunti, a cogliere suoni ma anche rumori, voci, vibrazioni.