
Da Roma a Manoppello la festa del volto santo

Anche quest’anno e’ partito il cammino del Volto Santo da Roma a Manoppello, in provincia di Pescara. In 12 tappe si ripercorre il percorso dell’ anonimo pellegrino che nel 1506 venne incaricato di portare il Volto Santo al sicuro. Un percorso spirituale di fede e cultura che attraversa alcuni centri del Lazio e dell’Abruzzo. L’edizione 2025 e’ partita dalla chiesa di Santo Spirito in Sassia a Roma il 5 maggio e arriverà a Manoppello il 17 maggio, sono esattamente 30 i comuni attraversati dal cammino che si sviluppa su sentieri e strade poco trafficate. Ci si può aggiungere anche ad una sola tappa del cammino contattando Febbo Venturino 349/4081283.
Attrezzati di sacco portato in spalla e abbigliamento adatto si percorrono i percorsi storici del Volto Santo, ha preso dunque il via il tradizionale cammino di maggio, questa è l’undicesima edizione, che unisce e attravversa due Regioni, coinvolte località e luoghi tra Abruzzo e Lazio. Percorrendo un tracciato completamente mappato e suddiviso in dodici tappe, il Cammino del Pellegrino si concluderà a Manoppello sabato 17 maggio. A passo lento, su sentieri, vecchie mulattiere, sterrati e carrarecce, si cammina fino all’arrivo nella Basilica del Volto Santo di Manoppello, in questa Basilica è custodita un’importante reliquia per la cristianità: il Velo della Veronica su cui è impressa l’immagine di un volto maschile ritenuto essere quello di Cristo. La leggenda ricorda che nel 1506 un pellegrino si presentò al fisico Giacomo Antonio Leonelli e gli consegnò Il velo che fu custodito in casa Leonelli fino al 1608, dopo diverse peripezie fu donato al Padre Cappuccino Clemente da Castelvecchio che pensò di proteggere la reliquia fra due vetri in una cornice in noce. Dal 1646 il Volto Santo è esposto alla venerazione del popolo, su questo panno panno l’immagine di un viso maschile con i capelli lunghi e la barba. La suora trappista Blandina Paschalis Schloemer, religiosa che viveva in clausura, seguendo la Regola di San Benedetto e esperta iconografa, scoprì che il Volto della Sindone di Torino e quello di Manoppello combaciano perfettamente.