
Napoli, stop ai rapporti con enti israeliani
Di Mario Conforto
Nella storica Sala dei Baroni al Maschio Angioino, martedì 2 luglio, si è tenuta una seduta straordinaria del Consiglio comunale di Napoli, interamente dedicata alla crisi umanitaria in atto nella Striscia di Gaza. Alla presenza della comunità palestinese locale e di numerose personalità istituzionali, l’Aula ha approvato all’unanimità una mozione che impegna l’Amministrazione a interrompere ogni forma di collaborazione con enti e istituzioni israeliane riconducibili all’attuale governo di Tel Aviv, aprendo invece a rapporti con organizzazioni pacifiste israeliane.
La seduta, presieduta da Enza Amato, è stata aperta da un messaggio di vicinanza alla popolazione di Gaza e un appello al cessate il fuoco:
«Il Consiglio comunale di Napoli – ha dichiarato Amato – rinnova il proprio appoggio incondizionato al popolo palestinese e chiede la fine immediata dello sterminio in corso».
Presente anche l’ambasciatrice dello Stato di Palestina in Italia, Abeer Odeh, che ha ringraziato la città per la solidarietà dimostrata. A firmare la mozione, il consigliere Sergio D’Angelo, che ha parlato senza mezzi termini:
«Stiamo assistendo a uno sterminio atroce di bambini, donne, uomini, medici, giornalisti. Da Napoli deve partire una grande mobilitazione europea contro quella che è una vera e propria pulizia etnica».
Tra gli interventi più accorati, quello dell’onorevole Nicola Fratoianni, componente della Commissione Affari Esteri della Camera, che ha denunciato:
«C’è un genocidio sotto i nostri occhi e il silenzio complice delle istituzioni è insopportabile. Basta con il doppio standard: le sanzioni non possono valere solo per la Russia».
A lui ha fatto eco Arturo Scotto, che ha ribadito la necessità di una svolta diplomatica:
«Napoli è città aperta e costruttrice di ponti. Serve una scelta netta: sospendere il trattato UE-Israele e riconoscere lo Stato di Palestina».
Dario Carotenuto, reduce da un viaggio nei territori palestinesi con l’intergruppo parlamentare per la pace tra Israele e Palestina, ha parlato di un «massacro silenziato, che neppure i giornalisti riescono più a raccontare. Ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte per fermare questo orrore».
Sul ruolo degli enti locali si sono soffermati Giacomo Serafini, direttore di CIELM-ANCI Campania, e Francesco Morra, vicepresidente vicario dell’ANCI regionale. Quest’ultimo ha rilanciato:
«Chiediamo una tregua immediata e l’impegno dei Comuni in progetti di cooperazione e sviluppo a Gaza».
Commovente l’intervento di Giulia Al-Omleh, del centro culturale Handala-Ali:
«Serve una presa di posizione netta: interrompere ogni relazione con Israele per fermare il genocidio in corso».
Netto anche l’appello di Stafik Kurtam, presidente della Comunità palestinese della Campania:
«Occorre cambiare linguaggio verso Israele e invertire un percorso fatto solo di morte e distruzione».
Tra i consiglieri comunali intervenuti, Gennaro Acampora (PD) ha ricordato l’impegno storico del Consiglio per la causa palestinese, mentre Gennaro Rispoli (Napoli Libera) ha voluto ringraziare i giovani palestinesi per «la passione nella battaglia per i diritti del loro popolo». Più cauta Iris Savastano (Forza Italia), che ha invitato a «costruire la pace con atti concreti, non proclami». Gennaro Esposito (Misto) ha infine sottolineato come «la fame, oggi, sia divenuta un’arma di guerra. Contro questa logica dobbiamo mobilitarci con forza».
Nel dettaglio, la mozione approvata impegna il Sindaco e l’Amministrazione a:
- interrompere ogni rapporto con enti e istituzioni legati all’attuale governo israeliano;
- sollecitare Regione, Governo e altre Regioni a limitare intese con università e imprese israeliane;
- promuovere iniziative di assistenza umanitaria, anche attraverso progetti come Food for Gaza;
- sostenere la ricostruzione e le attività civili nella Striscia;
- appoggiare il riconoscimento dello Stato di Palestina.
Fuori dall’Aula, mentre si discuteva di pace e diritti umani, la tensione è salita. Davanti al Maschio Angioino, infatti, si è svolta una protesta del movimento disoccupati “7 Novembre”, proprio in concomitanza con la riunione del Consiglio comunale. Sulla strada d’accesso al castello sono stati schierati uomini delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa.
Non sono mancati momenti di tensione: si sono registrati tafferugli e scontri tra i manifestanti e la polizia, in un clima di forte disagio sociale che ha fatto da contrappunto alla discussione in Aula. I disordini hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine per contenere la protesta e mantenere l’ordine pubblico.