
MASSIMO WERTMULLER in "Gerri"
Dopo “L’amica geniale”, in queste settimane stiamo vedendo in prima serata su Rai1 un altro adattamento da un successo della casa editrice Edizioni E/O. Si tratta di GERRI, la serie tv che porta sugli schermi i romanzi della saga di Giorgia Lepore. Il protagonista indiscusso è Gregorio Esposito, ha l’aria di qualcuno capitato nella storia sbagliata e forse è proprio così. Ispettore di polizia di origine rom, studia con metodo i casi su cui indaga, prende appunti complicati per poi lanciarsi in decisioni avventate a volte risolutive, altre pericolose; è sempre in bilico, tra presente e passato. Innamorato del genere femminile, esercita un grande fascino sulle donne ad eccezione della viceispettrice Lea Coen che sembra invece essere l’unica a non voler avere nulla a che fare con lui, intuendo che è un uomo ancora profondamente irrisolto. Infatti, dietro alla sua corazza di uomo affascinante e risoluto, Gerri nasconde un animo profondamente inquieto e segnato da un passato misterioso da scoprire. Prodotta da Cattleya, parte di ITV Studios, in collaborazione con Rai Fiction, e diretta da Giuseppe Bonito, la fiction vanta di un ottimo cast che vede tra i protagonisti Massimo Wertmuller, attore molto versatile che il pubblico ben conosce che da sempre si divide da sempre tra cinema e televisione passando dal teatro. Ne abbiamo parlato proprio con lui.
Cosa ti ha portato a dire sì a “Gerri”?
Ho molta stima del regista che da anni è mio amico. Inoltre il personaggio ha tanti aspetti divertenti, ironici e un carattere piuttosto forte. La storia che raccontiamo per la Rai è un noir molto interessante.
Vesti i panni del capo della mobile Nicola Santeramo. Per lui, il suo lavoro cosa rappresenta?
E’ un burbero dal cuore d’argento, per non dire d’oro. E’ il classico uomo di relazioni che dà molta importanza alle apparenze, tiene in alta considerazione i notabili della città e si preoccupa della reputazione sua e della Questura. E’ un uomo piuttosto brusco, non fa sconti a nessuno sul lavoro ma è un uomo buono. Cercherà di costruire una specie di famiglia lavorativa. E’ un rappresentante del vero Sud.
E nei confronti di Gerri? Cosa li lega?
Dire l’affetto di un padre per un figlio sarebbe sbagliato. Santeramo è il capo di Gerri, è molto severo, è piuttosto granitico. I due fanno scintille, entrambi hanno un carattere forte. Emerge lo scontro tra l’istituzione rappresentato dal mio personaggio e l’essere libertino di Gerri. È costantemente indispettito da quest’ultimo e dai suoi metodi, molto lontani dal suo modo di vedere le cose e soprattutto di gestirle.
E’ una serie tv crime, cosa la diversifica da tutte le altre fiction poliziesche?
Il taglio del racconto è diverso ed è quello tipico di Bonito, molto personale, girato in chiave moderna. Ci saranno casi importanti nel tessuto della società con una credibilità di normalità al servizio del cittadino.
Cosa ti piacerebbe arrivasse di “Gerri”? Mi auguro che il pubblico si affezioni molto.
Sono tanti anni che svolgi il tuo mestiere ma cosa ti ha spinto ad abbracciare la recitazione?
Avrei voluto fare il carabiniere o il medico ma ben presto ho capito che non erano mestieri per me. La mia professione è legata alla psicologia vestendo i panni altrui ed è fatta per gli altri, a servizio degli altri. La condivisione del pubblico è fondamentale, senza lui un attore non esisterebbe.
Essere attore per te cosa vuol dire?
Entrare nei panni degli altri con più empatia possibile, se ognuno di noi ci provasse nella sua quotidianità il mondo sarebbe migliore, utilizzando un linguaggio semplice.
Tanto cinema e tanta tv, su quale base scegli un personaggio piuttosto che un altro?
In base alla sua ricchezza, i chiaro – scuri soprattutto. Giocare seriamente con un maligno è molto interessante.
Eduardo De Filippo sosteneva che il teatro fosse il disperato sforzo dell’uomo di dare un senso alla vita. E’ davvero così?
Nel teatro si cerca di creare un’esistenza che probabilmente nella vita vera non esisterebbe. E’ un’arte che deve poter raggiungere chiunque. Il teatro è lo specchio dei nostri tempi, qualsiasi essi siano, un continuo carburante per l’evoluzione dell’uomo.
Non smettiamo mai di sognare, tu cosa sogni?
Ho avuto una brutta operazione al cuore che mi ha fatto comprendere che niente è scontato, la vita stessa è un grande regalo. Senza sogno, non c’è vita.
Nuovi progetti? Tanto teatro.