
Maria Antonietta Aiello, la prima donna a candidarsi rettrice in Puglia

A Ecotekne la presentazione della candidatura alla carica di rettrice dell’Università del Salento. Tra i capisaldi: innovazione, inclusività, sostenibilità e valorizzazione delle persone.
Lecce (Francesco Spadafora) Una sala gremita, tanta partecipazione e un’idea chiara di futuro. Ieri mattina, presso il Campus Ecotekne, Maria Antonietta Aiello ha ufficialmente presentato la sua candidatura alla carica di rettrice dell’Università del Salento. Un momento atteso e carico di significato, non solo perché la docente calabrese – a Lecce dal 1993 – si candida a diventare la prima donna a guidare l’ateneo salentino e la prima rettrice in Puglia, ma perché con lei prende corpo una proposta di governance ispirata a parole chiave precise: partecipazione, merito, internazionalizzazione, innovazione, sostenibilità. Una proposta che mette al centro le persone.
L’aula “Fermi” dell’edificio intitolato ad Aldo Romano era piena fino all’inverosimile. Docenti, studenti, personale tecnico-amministrativo, rappresentanti delle associazioni universitarie e del territorio hanno ascoltato con attenzione una visione che si fa racconto biografico e proposta politica insieme. L’incontro si è aperto con un toccante omaggio a Italo Calvino, con un reading tratto dalle Lezioni americane a cura della dottoranda Anna Ronga, e si è concluso con un abbraccio simbolico da parte dell’aula intera.
Aiello ha scelto di raccontarsi partendo da lontano: da un piccolo paese calabrese – Marsi (in provincia di Cosenza), dove ha imparato il valore del lavoro e della resilienza. “L’ingegneria è stata una sfida, in un contesto segnato da pregiudizi di genere”, ha detto con fermezza. Ma le difficoltà l’hanno temprata. “Questo territorio e questa Università mi hanno dato tanto. Oggi sento di dover restituire, mettendo al servizio della comunità le mie competenze e la mia passione”.
Governare ascoltando La visione di Maria Antonietta Aiello per l’Università del Salento si fonda su un concetto inclusivo di comunità accademica. Il suo programma prevede una governance trasparente, partecipata, attenta al benessere e ai bisogni di tutte le sue componenti. Non a caso, tra le prime misure annunciate c’è la riapertura dell’asilo nido universitario (con la prospettiva di trasformarlo in una ludoteca), lo sportello antiviolenza, servizi psicologici e sanitari, una rete di supporto al benessere e un presidio wellness-oriented.
Il valore delle persone è al centro: “Va riconosciuto l’impegno, vanno premiati il merito e le competenze, con percorsi chiari di avanzamento e stabilizzazione”. La squadra è già in costruzione, con un prorettore vicario, deleghe politico-gestionali e incarichi tematici affidati secondo criteri di competenza, rappresentatività disciplinare, equilibrio di genere.
Ricerca e didattica: i motori della crescita “La ricerca è il motore della crescita”, afferma Aiello, e su questo punto insiste con forza: sostegno alla progettazione, incentivi per la valorizzazione anche oltre la VQR, promozione della transdisciplinarietà e creazione di nuovi laboratori e infrastrutture. Nascerà anche un comitato dedicato e saranno incentivati progetti di crowdfunding con il coinvolgimento degli studenti. La dimensione internazionale è un asse strategico, con l’obiettivo di attrarre talenti e finanziamenti in un contesto, come ha sottolineato, di “definanziamento strutturale”.
La didattica non sarà da meno. Verrà ampliata e rinnovata, con particolare attenzione all’orientamento, all’internazionalizzazione delle lauree magistrali, alla valorizzazione delle materie umanistiche, al supporto alle scuole di specializzazione e al life-long learning. L’Isufi continuerà a rappresentare un’eccellenza da potenziare, mentre i percorsi triennali e interdipartimentali beneficeranno di strumenti concreti per garantire continuità e qualità.
La terza (e la quarta) missione Aiello rilancia con decisione la cosiddetta “terza missione” dell’università: costruire legami solidi con il territorio. Un’azione che si tradurrà nell’istituzione della Consulta Università-Territorio, nell’avvio di living lab tematici e in un tavolo di coordinamento per la programmazione culturale condivisa con la città. Ma a questa dimensione la candidata affianca una “quarta missione”, che considera imprescindibile: la sostenibilità. Ambientale, sociale, economica ed etica. Un piano energetico antispreco, comunità energetiche, mobilità sostenibile, bilancio di sostenibilità, politiche contro le disuguaglianze e promozione della pace e della non violenza.
Un impegno pubblico “L’università è pubblica, altrimenti io non avrei potuto laurearmi”, ricorda con emozione. E ribadisce la necessità di fare rete con le altre università del Mezzogiorno, superando confini e competizioni per costruire insieme un sistema di alta formazione più forte e coeso.
Al termine dell’incontro, l’intervento di Maria Luisa Capasa – tra le presenze in aula – ha riassunto con semplicità l’atmosfera della giornata: “Maria Antonietta, lei è un esempio per tutte noi donne”. Un esempio che guarda al futuro senza dimenticare le radici, con la consapevolezza che governare un ateneo oggi significa soprattutto prendersi cura. Delle persone, delle idee, dei luoghi, delle possibilità.