
E’ stato presentato oggi nella Sala Farinati della Biblioteca Civica di Verona il ricettario cartaceo e digitale TE GO PREPARA’ Cucina di una volta tra Istria, Veneto e Dalmazia. Un progetto voluto dall’Associazione Giovani della Comunità Nazionale Italiana che lega nonni e nuove generazioni, la memoria e l’abilità culinaria del passato e il futuro. E’ nato così, da una nostalgia di antichi odori e sapori, un piccolo ma prezioso cassetto di ricordi, storie, ricette che legavano Venezia e le città dell’Istria. La prima parte del volumetto viene ripercorsa la storia della Cucina nel Golfo di Venezia; la seconda sezione invece raccoglie 55 ricette dove appaiono prodotti tipici e quelli che sono presenti in ogni dimora dove qualcuno vuole provare a preparare una pietanza. Piatti tipici a base di pesce o di carne che una troupe con due videocamere ha filmato nella preparazione dal vivo nelle case di famiglie che hanno accolto i curiosi deliziandoli con odori ma anche con storie magiche del passato.

Nella Sala della Biblioteca echeggiano tempi lontani che però costituiscono un’identità, fatta di vicinanze e differenze. E la signora Loredana, invitata a descrivere la ricetta, o meglio la storia legata ai calamari, non se lo fa ripetere. Ci racconta dei matrimoni di quando era bambina a Rovigno, festeggiamenti che duravano dal sabato al lunedì. Ed ecco dopo la cerimonia civile e il rito religioso, la sposa con un corteo di torce che viene accompagnata a casa sua e si comincia con una sorta di quello che oggi chiameremmo un apericena a base di prosciutto istriano. La sera la sposa veniva accompagnata ancora dal corteo di torce a casa dello sposo. Domenica con piatti principalmente a base di carne. E poi il lunedì, con la cucina del mare e appunto i calamari, quasi dimenticati dal pubblico ammaliato dal racconto.

Un incontro di culture, come l’arrivo dei cioxoti (i pescatori di Chioggia) per rifornirsi delle pregiatissime e gustosissime sogliole di Rovigno; i cioxoti, mentre si occupavano delle merci, cantavano l’opera deliziando gli abitanti del piccolo paesino accorsi all’appuntamento con il passaparola. Particolarmente apprezzati nell’aria di Santa Maria degli Angeli. Si ripercorrono i rapporti dell’Istria con la Serenissima, e si scopre come già all’epoca il mercato nero del pesce, prodotto fondamentale nell’economia dell’Adriatico, qualche problemino alla Repubblica marinara l’ha creato. I porti della costa occidentale dell’Istria, Rovigno, Parenzo, Capodistria, Umago, Pirano, Cittanova e Pola erano centri di transito merci tra Venezia e i domini dello Stato da Mar. Un magistrato contabile riferisce di una carenza di pesce sotto sale nel 1764. La causa: l’esportazione clandestina da parte dell’Istria, una delle province più pescose della Repubblica. Come esempio cita proprio Rovigno: di un pescato annuale di oltre 20.000 barili di sarde solo 5.000 riuscivano ad arrivare a Venezia. Gli altri 15.000 erano destinati quasi totalmente al mercato nero, con un danno economico di 15.000 lire.

La pubblicazione è fruibile su cartaceo o digitale. Per ogni piatto è stato realizzato un video fruibile in rete, proprio perché si è cercato di fissare nel tempo le ricette che come si sa nelle versioni familiari cambiano in libere interpretazioni e la storia di come la singola ricetta nacque. Breve intervento di Tavole della Valpolicella, per voce della sig.ra Ada: un’associazione di 12-12 ristoratori interessati a valorizzare e conservare le tipicità del territorio.
Il progetto “Tradizioni istriane- Te Go Preparà” è promosso dall’Unione italiana di Fiume e la Regione Veneto, con il contributo del Ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale della repubblica italiana, dalla comunità autogestita Costiera e dal Ministero per la coesione e lo sviluppo regionale della Repubblica di Slovenia. La Regione Veneto ha contribuito attraverso il Bando per progetti di recupero, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale risalente alla Repubblica Serenissima di Venezia nell’Istria, nella Dalmazia e nell’area mediterranea.