
Wanda Marasco Festival Armonia 2025


Letture, visioni e memoria: al Festival Armonia, Di Spalle a questo Mondo risveglia il senso della giustizia e della disobbedienza
In una Terra d’Otranto che continua a raccontarsi attraverso le parole, il Festival Armonia. Narrazioni in Terra d’Otranto ha rinnovato il suo appuntamento con i lettori, celebrando l’undicesima edizione con un ricco programma di incontri, voci e visioni. Guidata dal tema “Leggere porta il tuo sguardo lontano”, la rassegna ha offerto un’occasione per riflettere sul potere trasformativo della lettura e sulla capacità della narrazione di aprire nuovi orizzonti. Tra gli eventi culturali più attesi, l’unica tappa salentina dello Strega Tour, realizzata per l’ottavo anno in collaborazione con la Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e il Liquore Strega, si conferma un appuntamento di prestigio per l’intero territorio del Capo di Leuca.
Tra gli incontri più partecipati, ha riscosso grande attenzione la presentazione di Di spalle a questo mondo (Neri Pozza) di Wanda Marasco, candidata al Premio Strega, che ha dialogato con Maila Cavaliere e Sandra Stefanizzi. Le letture dell’attrice Elisa Maggio hanno dato voce alle pagine del romanzo, contribuendo a creare un’atmosfera intensa e coinvolgente, in cui la letteratura ha saputo ancora una volta superare i confini del tempo e dello spazio.
Nel suo nuovo romanzo Di spalle a questo mondo, Wanda Marasco ci conduce in un abisso lirico e potente, al confine tra biografia storica e tragedia esistenziale. Con la sua scrittura febbrile, incandescente, Marasco riesce a dare voce e carne a una figura quasi dimenticata della storia risorgimentale: Ferdinando Palasciano, medico napoletano e precursore del diritto alla cura, antesignano dei principi che ispireranno la Croce Rossa. Ma il romanzo va ben oltre la ricostruzione storica: è il ritratto di un uomo che, pagando il prezzo più alto, ha scelto la verità contro il compromesso, l’etica contro l’inerzia sociale.
Palasciano, così come lo tratteggia Marasco, è un Prometeo moderno: solo, condannato, ossessionato da un ideale che brucia anche chi gli sta accanto. Il suo non è eroismo patinato, ma martirio della lucidità. L’autrice ci mette di fronte a una domanda irrisolvibile: cosa accade a chi vede troppo? A chi, come Ferdinando, non riesce più a chiudere gli occhi sulla menzogna del mondo? La risposta è una discesa: nella solitudine, nell’incomprensione, fino alla reclusione in manicomio, luogo simbolico e reale della sua definitiva esclusione.
Accanto a lui, Olga de Vavilov: un personaggio tragico quanto il protagonista, ma con una vibrazione diversa. Non è solo la moglie, né una semplice figura di contorno. È la testimone e l’antagonista, il riflesso del tormento di Palasciano. Il gesto di farlo internare – che potrebbe apparire come un tradimento – è invece il momento più lacerante del romanzo, perché dettato da amore e paura, da impotenza e sopravvivenza. Olga rappresenta chi resta, chi assiste alla rovina e deve decidere se lasciarsene travolgere o se, in un gesto estremo, provare a fermarla.
Marasco scrive con una voce poetica, ritmica, ferita. Ogni pagina è attraversata da un pathos che si fa stile: frammenti, ripetizioni, immagini visionarie, sospensioni. Il linguaggio diventa materia viva, specchio del disordine emotivo e mentale dei personaggi. Non c’è ordine nel dolore, né logica nell’isolamento. C’è solo la parola – ossessiva, lirica, tagliente – a fare da ponte tra la memoria e il presente.
Di spalle a questo mondo è un romanzo che rifiuta la neutralità. Chiama in causa il lettore, lo costringe a porsi domande scomode, a riconoscere le ombre della storia, e a riflettere su cosa significhi davvero essere giusti in un tempo che premia il conformismo. È anche un libro sul fallimento dell’amore davanti alla grandezza tragica, sull’impossibilità di salvare chi non vuole o non può essere salvato.
In un’epoca di revisionismi e appiattimenti, Marasco sceglie la voce radicale della letteratura che non consola, ma scuote. Il suo è un requiem, sì, ma anche una denuncia e un atto d’amore verso chi ha vissuto controcorrente. Un libro che lascia il segno, come una cicatrice che non si rimargina. Un’opera necessaria.

Wanda Marasco è nata a Napoli, dove vive. Diplomata in Regia e Recitazione all’Accademia d’arte drammatica «Silvio D’Amico» di Roma, è autrice di romanzi e di raccolte poetiche. Ha ricevuto il Premio Bagutta Opera Prima per il romanzo L’arciere d’infanzia(Manni editore, 2003), prefato da Giovanni Raboni, e il Premio Montale per la poesia con la raccolta Voc e Poè (Campanotto 1997). Il genio dell’abbandono (2015) è stato finalista alla prima edizione del Premio Neri Pozza, selezionato per il Premio Strega e portato in scena dal Teatro Stabile di Napoli. Suoi testi sono stati tradotti in inglese, spagnolo, tedesco e greco.