Avezzano (AQ). Mare e Monti, la mostra d'arte in esposizione da Studioripartiamodazero

Le differenti narrazioni, attivate da diverse frazioni visive, presentano opere nelle quali si riflettono multiple e variegate sensibilità operative. I solchi dei diversi codici linguistici utilizzati sostanziano un momento espositivo di livello. Gli artisti, che risultano vivaci sulla scena dell’arte, hanno determinato una conversazione tra diversi linguaggi. La partecipazione emotiva ha articolato consapevolezze esecutive e calcolati equilibri sintetici. Gli artisti quali “cercatori d’anima” si spingono a coordinare nuovi contributi e ci permettono di comprendere tutte le dinamiche tensive delle arti visive contemporanee. Indubbiamente, l’arte si evolve in passaggi e rialzi, in evoluzioni e sviluppi, in miglioramenti e perfezionamenti.
Maurizio Bonolis, dopo un lungo viaggio pittorico, si è avvicinato al mondo virtuale della “digital art” e, man mano, ha scoperto nuovi orizzonti e nuove vie d’esecuzione e nell’assetto operativo, tra computer e “mouse”, ricrea versanti tra il funzionale geometrico e peculiari sintesi di post-avanguardie. Con la tecnica digitale intercetta un’alta dimensione d’intenti.
Maria Pia Daidone opera per riepiloghi estremi dando vita ad aggregazioni materiche e la serie di queste formazioni costruttive si distingue nella sua produzione. Nelle sicure strutture, motivate da rimbalzi emotivi e contraddistinte da diversi elementi scelti per rendere percorsi intimi vissuti, riesce a compulsare onde e traiettorie.
Pier Tancredi De-Coll’ motiva calibrati impianti, di mano sciolta ed esemplare, che colpiscono e affascinano, nonché produce interessanti immagini, legate a una dimensione d’affetti e d’intenti, e sistema e accorda elaborazioni equilibrate per un ventaglio prezioso di riassunti singolari e congruenze su cromatismi segnaletici. Formula circostanze emotive con accordanti scatti.
Lars Howler con le sue tecniche digitali sottolinea la sua elegante declinazione di campo sintetico e con ragione situa un elegante senso astratto di vena poetica. Ordina e modula sobrietà linguistiche e posiziona un impianto trattato da certezze e richiami in campo spaziale e modella pause. I disegni compositivi narrano esperienze sensibili.
Mauro Molinari con la prescelta tecnica della “digital art” ha sviluppato la sua carriera con sobrietà operativa e con assidua attenzione alle dinamiche degli ambienti contemporanei, da cui attinge e su cui pone accenti particolari, singolari e personalissimi, ma alimenta anche storie, vicende, resoconti, tanto per capacitare una dimensione analitica accentuatamente stringente.
Girolamo Mulinaro col suo lavoro ha voglia di avvicinare lo spazio, anzi tenta di sedurlo e questa costante d’avvicinamento si collega nella dinamica, dichiarata ed estrema, di incursioni cromatiche elaborate con impasti convincenti e di profondo senso tattile, ben sapendo che l’universo ha “corpo e anima” nel suo respiro quantico, che apre a dimensioni che cadenzano iperboliche frenesie. Mari e monti valgono come conscio e subconscio. Le montagne a significare il conscio come parte visiva e conosciuta dell’essere con i suoi travagli interiori tesi a comprendere l’universalità dell’uomo nella spasmodica ricerca dell’equilibrio tra materia e spirito. Monti che in tempi primordiali erano sommersi dalle acque, venuti ora in superfice a testimoniare traguardi raggiunti (come fossili di cetacei ritrovati). Le profondità dei mari come subconscio e parte nascosta del nostro animo, dove albergano emozioni e infinite scoperte in un mondo cheto, perché consapevole dei suoi tesori di colori segreti tutti ancora da scoprire.
Viviana Pallotta con la sua operatività in “digital art” elabora una molteplicità di scene e cura una diversità di effetti e, oggi, il suo filtro inventivo raduna esperienze per una versata attualità. Lavora per pagine elettroniche e seleziona dal flusso di immagini riporti iconici e radici. Le sequenze elaborate indicano fremiti compositi, ordinano scene fondate, consistenze immaginative.
Maria Carmen Salis ripete la sua “cifra visiva” e i suoi “silenzi incantati” rispondono, virtualmente, ai “frammenti di sogno”, rintracciabili anche nelle rapite solarizzazioni che sostanziano le elaborazioni di Salvo, le composizioni dai contorni elettrici, agiti, acidi e timbrici di Tino Stefanoni, le edulcorate sagome di Giuliano Gentile e i segni sottili dell’universo policromatico di Luca Alinari.
Roberto Sanchez è, da tempo, entrato nell’arco delle esposizioni di prestigio di varie regioni e lavora, da sempre, su tagli prismatici e prosegue su questa acuta coniugazione operativa, sin dai tempi in cui frequentava la “Galleria d’Arte di San Carlo” di Napoli, guidata, magistralmente, da Raffaele Formisano. Riesce a inserire nel contesto del codice astratto-geometrico pungoli ottici, stimoli visivi alternativi, fratti squarci, spacchi, tagli.
