Il Poggio di Fiesole(foto di Emma Ivarsson)

Sulle dolci colline di Fiesole, a pochi passi da Firenze, sorge la Fattoria Poggio di Fiesole, un luogo dove il tempo scorre con la lentezza della natura e ogni pietra racconta una storia. Un tempo convento del Quattrocento, poi dimora di raccoglimento spirituale, oggi è un agriturismo biologico: una fattoria che si offre come crocevia di cultura, memoria e armonia con la terra. Avvolta dal silenzio contemplativo della campagna toscana, la tenuta si apre su un paesaggio che rapisce lo sguardo, offrendo una visione ampia e struggente della bellezza circostante. È il luogo ideale per un soggiorno autentico, grazie ai suoi raffinati miniappartamenti e alle accoglienti camere immerse nel verde, dove il profumo degli ulivi accompagna il silenzio, rotto soltanto dal canto discreto degli uccelli.

Da decenni accoglie ospiti da tutto il mondo: viaggiatori, artisti, studiosi, famiglie e curiosi che cercano un legame vero con la natura e la tradizione. Negli anni ’60 e ’70 la Fattoria divenne un centro di ricerca interiore grazie a Vanda Scaravelli, celebre insegnante di yoga e nonna degli attuali proprietari, che vi tenne ritiri insieme ad alcuni dei più importanti maestri del tempo. Oggi quello spirito di apertura e armonia continua a vivere nelle pietre antiche dell’agriturismo, che ospita ritiri, eventi culturali, matrimoni ed esperienze didattiche.La Fattoria Poggio di Fiesole è stata tra le prime in Toscana a scegliere un’agricoltura naturale, libera da sostanze chimiche. Negli anni ’70 Alberto Scaravelli, figlio di Vanda, intuì l’importanza di un equilibrio profondo tra uomo e natura, adottando un approccio biologico ben prima che diventasse una tendenza. La sua filosofia era chiara:ascoltare la terra, imparare dai contadini, coltivare con rispetto.

Oggi la gestione è affidata alla nuova generazione. Racconta Pietro Hébel, che gestisce la fattoria insieme ai cugini Dario ed Enrico, figli di Alberto Scaravelli: «Io e mia moglie Anna vivevamo a New York, ma abbiamo deciso di tornare qui per continuare questa storia. Quando si trattava di agricoltura, come per altre cose, mio zio Alberto era davvero un uomo in anticipo sui tempi. Aveva capito il valore dei contadini locali. Nel corso degli anni ha lavorato fianco a fianco con loro nei campi, ascoltando le loro storie e assimilando la loro conoscenza, apparentemente innata, della terra e delle pratiche agricole.Quando non era nei campi, lo si poteva spesso trovare nel suo studio, immerso nella lettura di testi sulla permacultura. Fu in gran parte grazie a questi studi che, quando fertilizzanti e pesticidi chimici divennero disponibili in Italia, prese la decisione — allora radicale — di non utilizzarli. All’epoca la gente lo prendeva per matto, ma oggi possiamo considerarlo il vero pioniere che è stato. Negli ultimi anni abbiamo ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui il Gold Award del NYIOOC, la nomina come miglior miscela di olio d’oliva in Toscana da Ercole Olivario e la selezione tra i finalisti del prestigioso concorso Leone d’Oro. Tutto ciò ci ha confermato che la strada intrapresa era quella giusta».Su 17 ettari di terreno si estendono circa 3.300 ulivi delle varietà Frantoio, Leccino, Moraiolo e Pendolino. Gli alberi crescono tra i 450 e i 650 metri di altitudine, dove il suolo argilloso e l’aria pura regalano all’olio un profilo sensoriale unico: elegante, armonico e vibrante, con note di carciofo, erbe fresche, rucola e pepe. Ogni goccia del loro olio extravergine biologico toscano racchiude secoli di storia e un profondo legame con la terra. È un olio ricco di polifenoli antiossidanti, frutto di un ambiente sano e incontaminato, dove ogni passaggio è curato con rispetto e consapevolezza. Anche il paesaggio racconta la resilienza di questa terra. Alcuni ulivi secolari sono sopravvissuti al terribile gelo del 1985; altri si sono rigenerati con forme nuove, come simboli di rinascita. Ci sono alberi che si sono rimodellati da soli, ramificandosi in tre o cinque tronchi: è la natura che trova sempre il modo di ricominciare. Oggi la Fattoria Poggio di Fiesole non è solo un luogo dove si produce un olio d’eccellenza: è un’esperienza da vivere. Gli ospiti possono partecipare ai tour della fattoria, scoprire il processo di produzione, degustare l’olio e immergersi in un paesaggio che unisce storia, cultura e natura in perfetto equilibrio.

«Coltiviamo come si faceva una volta, ma con uno sguardo rivolto al futuro», conclude Pietro: «Qui ogni cosa — la terra, l’aria, l’acqua — lavora in sintonia per creare un’armonia che si può gustare, vedere e respirare». Parole che rivelano tutta la profondità della sua dedizione, la professionalità attenta e l’amore autentico che lo legano indissolubilmente a questo luogo e al suo lavoro.
Fattoria Poggio di Fiesole, i campi (foto di Niccolò Hebel)

Fattoria Poggio di Fiesole (foto Alejandra Hauser)
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